Un segno di vera grandezza
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La sua presunta giustizia l’induce ad accusare “gli altri uomini” di
trasgredire la legge divina e a manifestare lo stesso spirito di Satana,
l’accusatore dei fratelli. Questo atteggiamento gli impedisce assolu-
tamente di entrare in comunione con Dio e così egli ritorna a casa
privo della benedizione divina.
Il pubblicano era andato al tempio insieme ad altri adoratori, ma
si era ben presto ritirato da loro sentendosi indegno di associarsi
alle loro devozioni. “Stando da lungi, non ardiva neppure alzar
gli occhi al cielo; ma si batteva il petto” pieno di angoscia e di
disprezzo di sé, consapevole di aver peccato contro Dio e di essere
indegno e corrotto. Non poteva aspettarsi pietà nemmeno da quanti
gli stavano intorno, perché lo guardavano con disprezzo. Sapendo di
non aver alcun merito da presentare a Dio, esclamò disperato: “O
Dio, sii placato verso me peccatore!”. Non si paragonava agli altri.
Sopraffatto dal senso di colpa, e come trovandosi solo alla presenza
di Dio, desiderava soltanto pace e perdono, non implorava che la
misericordia celeste. E fu benedetto, perché Cristo infatti concluse:
“Io vi dico che questi scese a casa sua giustificato, piuttosto che
quell’altro” (
Luca 18:14
).
Il Fariseo ed il pubblicano rappresentano due classi di adoratori
i cui antenati sono i primi due figli nati sulla terra. Caino, ritenen-
dosi giusto, si presentò dinanzi a Dio con una semplice offerta di
ringraziamento, non confessò i suoi peccati né riconobbe di aver
bisogno della misericordia divina. Abele offri invece il sangue che
rappresentava quello dell’Agnello di Dio, si presentò da peccatore,
riconoscendo di essere perduto e riponendo la sua unica speranza
nell’immeritato amore divino. Il Signore accettò il suo sacrificio,
mentre respinse Caino e la sua offerta. Sentire la propria nullità e
riconoscere la propria miseria ed il proprio peccato costituiscono
la prima condizione per essere accettati da Dio: “Beati i poveri in
ispirito, perché di loro è il regno de’ cieli” (
Matteo 5:3
).
La storia dell’apostolo Pietro riflette la differenza fra i due grup-
pi qui rappresentati dal pubblicano e dal Fariseo. Nei suoi primi
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anni di discepolato egli si riteneva forte, come il Fariseo credeva
di non essere “come gli altri uomini”. Quando Cristo, la sera pri-
ma di essere tradito, ammonì i discepoli dicendo: “Voi tutti sarete
scandalizzati”, Pietro replicò fiduciosamente: “Quand’anche tutti
fossero scandalizzati, io però non lo sarò” (
Marco 14:27, 29
). Non