Pagina 53 - Parole di vita

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Altri insegnamenti dalla semina
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molti! E così la semina del bene e del male continua per il tempo e
per l’eternità.
La parabola della semina ci insegna la generosità sia nell’ambito
spirituale che in quello temporale. Il Signore dice: “Beati voi che
seminate in riva a tutte le acque” (
Isaia 32:20
). “Or questo io dico:
chi semina scarsamente mieterà altresì scarsamente; e chi semina li-
beralmente mieterà altresì liberalmente” (
2Corinzi 9:6
). Seminare in
riva a tutte le acque significa dispensare continuamente i doni divini,
dare tutte le volte che la causa di Dio o i bisogni dell’umanità esigo-
no il nostro aiuto. Non sarà questo a farci impoverire: “Chi semina
liberalmente mieterà altresì liberalmente”. Il seminatore moltiplica
il seme gettandolo via e altrettanto avviene a quanti sono fedeli nel
dispensare i doni divini. Dividendoli con gli altri ne aumentano i
benefici, e Dio gliene ha promesso in abbondanza perché continuino
a dare: “Date, e vi sarà dato; vi sarà versata in seno buona misura,
pigiata, scossa, traboccante” (
Luca 6:38
).
La semina e la raccolta hanno un significato ancora più profondo:
quando facciamo parte dei beni materiali che Dio ci dà, questa nostra
dimostrazione di amore e simpatia suscita nel ricevente gratitudine
e ringraziamento a Dio, il terreno del suo cuore si prepara a ricevere
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il seme della verità spirituale, e colui che fornisce la semenza al
seminatore la farà anche germogliare e le farà portar frutto per la
vita eterna.
Il chicco di grano interrato rappresenta il sacrificio redentore
di Cristo per noi: “Se il granello di frumento caduto in terra non
muore, riman solo; ma se muore, produce molto frutto” (
Giovanni
12:24
). Così la morte di Cristo porta frutto per il regno di Dio.
Conformemente alle leggi del regno vegetale, la vita sarà il risultato
della sua morte.
Tutti coloro che vogliono portare frutto come collaboratori di
Cristo devono prima cadere a terra e morire, devono gettare la loro
vita nel solco dei bisogni di questo mondo, sopprimendo l’amor
proprio e l’interesse personale. La legge del sacrificio di sé è in
realtà la legge dell’autoconservazione. Il seme sepolto nel terreno
produce un frutto che, a sua volta, sarà di nuovo seminato e così il
raccolto si moltiplica. L’agricoltore conserva il grano gettandolo via
e così è nella vita umana: dare è vivere. Si conserva quella vita che
si dà liberamente al servizio di Dio e dell’uomo. Quanti sacrificano