Pagina 241 - Parole di vita

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Talenti di successo
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I Farisei avevano cercato di screditare Cristo accusandolo di
frequentare pubblicani e peccatori; ora Egli ritorce l’argomento
presentando quello che era accaduto tra i pubblicani come uno
specchio del loro modo di agire e per mettere in rilievo l’unico modo
di riparare i propri errori.
Il padrone della parabola aveva affidato i propri beni al servo
infedele affinché li impiegasse a scopo di beneficenza, ma egli li
aveva usati per se stesso. Esattamente come Israele. Dio aveva elet-
to i discendenti di Abramo liberandoli con braccio potente dalla
schiavitù d’Egitto. Ne aveva fatto i depositari delle verità sacre per
il bene del mondo; aveva loro affidato gli oracoli viventi perché
trasmettessero la luce agli altri, ma essi approfittarono di questi doni
solo per arricchire ed esaltare se stessi.
Pieni di sé, i Farisei abusavano dei beni che Dio aveva loro
affidato affinché li usassero alla sua gloria. Il servo della parabo-
la non si era preoccupato minimamente dell’avvenire. Sprecando
egoisticamente il patrimonio ricevuto per aiutare gli altri, non aveva
pensato oltre il presente e ora che doveva abbandonare il suo ufficio
si ritrovava senza nulla. Ma disponeva ancora dei beni del padrone e
decise di servirsene per assicurarsi il futuro. Doveva agire secondo
un piano nuovo: invece di accumulare per sé doveva distribuire agli
altri e farsi degli amici sicuri che l’avrebbero accolto dopo il suo
licenziamento. I Farisei si trovavano in una situazione analoga: dato
che ben presto avrebbero perduto il loro ufficio di amministratori, do-
vevano preoccuparsi del loro futuro. Solo facendo del bene agli altri
avrebbero fatto del bene a se stessi, solo dispensando generosamente
i doni divini si sarebbero assicurata l’eternità.
Alla conclusione di questa parabola Gesù esclamò: “I figliuoli
di questo secolo nelle relazioni con que’ della loro generazione,
sono più accorti dei figliuoli della luce” (
Luca 16:8
). In altri termini,
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gli uomini materialisti di questo mondo sono più abili e decisi nel
perseguire i loro interessi personali di quanti fanno professione di
cristianesimo al servizio del Maestro. Cosi era ai giorni di Cristo e
cosi è ora. Osserviamo la vita di molti sedicenti cristiani! Il Signore
gli ha dato capacità, energia ed influenza, gli ha affidato del denaro
affinché collaborino con lui nella grande opera della redenzione.
Tutti questi doni vanno impiegati per il bene dell’umanità, per alle-
viare i sofferenti e i bisognosi. È nostro compito cibare gli affamati,