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Parole di vita
Cento cori di grano. Egli disse: Prendi la tua scritta, e scrivi: Ottanta”
(
Luca 16:3-7
).
Questo amministratore disonesto coinvolse altri nella sua disone-
stà: a spese del padrone li favoriva e li impegnava cosi ad accoglierlo
in casa da amico...
“E il padrone lodò il fattore infedele, perché aveva operato con
avvedutezza” (
Luca 16:8
). Uomo mondano anche lui, rimase colpito
dall’astuzia di colui che l’aveva derubato e lo elogiò, ma questa lode
non era quella di Dio.
Cristo non lodò affatto l’amministratore disonesto, ma si ser-
vì semplicemente di un episodio allora ben noto per illustrare il
consiglio che intendeva dare: “Fatevi degli amici con le ricchezze
ingiuste; affinché quand’esse verranno meno, quelli vi ricevano ne’
tabernacoli eterni” (
Luca 16:9
).
I Farisei criticavano il Salvatore perché frequentava pubblicani e
peccatori, ma non per questo Egli smise di interessarsi e prendersi
cura di loro. Vedeva benissimo che proprio la loro attività quotidiana
li induceva in tentazione e li circondava di mille allettamenti al male.
Il primo passo falso era facile e rapida la china verso atti disonesti e
crimini sempre più gravi. Gesù cercava con tutti i mezzi di recupe-
rare questa gente per obiettivi più elevati e principi più nobili. Ecco
perché raccontò la parabola dell’amministratore infedele. Proprio fra
i pubblicani si era verificato un caso simile e nella parabola di Cristo
essi riconobbero i propri intrighi. Il racconto attrasse vivamente
la loro attenzione e dal quadro che Gesù fece dei loro disonesti
imbrogli molti appresero una lezione di profonda verità spirituale.
Eppure la parabola si rivolgeva in primo luogo direttamente ai
discepoli. Furono loro a ricevere per primi il lievito della verità, per
offrirlo poi agli altri. I discepoli dapprima non compresero molti
degli insegnamenti di Cristo e spesso sembravano averli dimenticati
quasi completamente, ma sotto l’influenza dello Spirito Santo, in se-
guito, se ne ricordarono vividamente e furono in grado di trasmetterli
ai neofiti che si aggiungevano alla chiesa.
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Ma con questa parabola il Salvatore si rivolgeva anche ai Farisei.
Non aveva abbandonato la speranza che un giorno si lasciassero
convincere dalla forza delle sue parole. Molti lo erano già nel proprio
cuore, e ascoltando ora la verità sotto l’influenza dello Spirito Santo,
non pochi avrebbero creduto in lui.