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Parole di vita
quello che avremmo potuto fare e non abbiamo fatto perché non
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abbiamo impiegato i nostri doni alla gloria di Dio. Anche se que-
sto non comprometterà la salvezza della nostra anima, nell’eternità
ci renderemo conto dei risultati della nostra trascuratezza. Tutto il
sapere e l’abilità che non abbiamo acquisito per pigrizia sarà una
perdita eterna e definitiva.
Quando invece ci consacriamo pienamente a Dio e nel lavoro
seguiamo le sue istruzioni, assumerà lui la responsabilità della riu-
scita. Non dovremo preoccuparci o dubitare del successo dei nostri
sforzi sinceri, e ancor meno dobbiamo temere l’insuccesso, essendo
chiamati a collaborare con colui che non conosce il fallimento.
Non parliamo sempre della nostra debolezza e incapacità, e una
dimostrazione di sfiducia in Dio una negazione della sua Parola.
Quando mormoriamo per il nostro fardello o rifiutiamo le responsa-
bilità che Egli vorrebbe affidarci, stiamo virtualmente affermando
che è un padrone duro e che pretende da noi cose che non siamo in
grado di fare.
Facilmente si scambia l’atteggiamento del servo indolente per
umiltà, ma la vera umiltà è ben diversa, non ha niente a che fare
con la ristrettezza mentale, la mancanza di aspirazioni e di coraggio
nella vita e il rifiuto delle responsabilità per paura dell’insuccesso.
L’umiltà autentica realizza i piani di Dio confidando nella sua forza.
Dio si serve di chi vuole e a volte sceglie proprio gli strumenti
più umili per compiere le sue opere più grandiose, per rivelare la
sua potenza attraverso la debolezza umana. Secondo le nostre con-
vinzioni noi riteniamo una cosa grande e l’altra piccola, ma Dio
adotta una misura diversa. Non pensiamo che ciò che è grande per
noi lo sia anche per lui e viceversa. Non sta a noi giudicare il valore
dei nostri talenti né sceglierci il compito da soli. Bisogna piuttosto
accettare il fardello che Dio ci dà e portarlo alla sua gloria. Quando
abbiamo bisogno di riposo andiamo a lui. Qualunque sia la nostra
attività, onoreremo Dio solo servendolo con gioia e sincerità. Egli si
compiace quando disimpegniamo lietamente i nostri doveri, con la
grata consapevolezza di essere ritenuti degni di collaborare con lui.
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