Pagina 237 - Parole di vita

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Come arricchire la personalità
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Il talento tolto
Contro il servo pigro fu pronunciata questa sentenza: “Toglietegli
dunque il talento, e datelo a colui che ha i dieci talenti” (
Matteo
25:28
). Come per la retribuzione degli operai fedeli, c’è qui un
simbolo non solo del giudizio finale, ma anche del graduale processo
di retribuzione che avviene in questa vita. Nell’ambito spirituale è
come nella natura: ogni facoltà inutilizzata si indebolisce e muore.
L’attività è la legge della vita, mentre l’ozio conduce alla morte. “Or
a ciascuno è data la manifestazione dello Spirito per l’utile comune”
(
1Corinzi 12:7
). Se li impieghiamo per il bene degli altri, i nostri
doni aumenteranno, se li usiamo invece per i nostri scopi egoistici
diminuiranno e alla fine ci saranno tolti completamente. Chi rifiuta
di dare agli altri quello che ha, si accorgerà un giorno di non aver
più niente da dare, avendo tollerato in sé una tendenza che finirà per
atrofizzare e distruggere le facoltà dell’anima.
Nessuno si illuda di poter coltivare per tutta la vita i propri in-
teressi egoistici e di entrare un giorno nella gioia del suo Signore!
Simili persone non potrebbero condividere la gioia dell’amore disin-
teressato e sarebbero fuori posto in cielo. Non saprebbero apprezzare
la pura atmosfera della carità che pervade il cielo, rimarrebbero in-
differenti nell’udire le voci angeliche e le melodie delle loro arpe, la
scienza celeste rimarrebbe per loro un mistero incomprensibile.
Nel gran giorno del giudizio chi non ha fatto niente per Cristo,
chi ha seguito la corrente, rifiutando ogni responsabilità, pensando
solo a se stesso, ai propri interessi e piaceri, si ritroverà insieme con
gli empi e riceverà dal gran Giudice di tutta la terra la loro stessa
condanna.
Molti sedicenti cristiani ignorano semplicemente le richieste
divine e tuttavia non ci trovano niente di male. Sanno che il bestem-
miatore, l’omicida e l’adultero meritano la punizione, ma quanto a
loro, godono il piacere di partecipare al culto, ascoltano volentieri la
predicazione evangelica e perciò si ritengono cristiani. Pur avendo
trascorso tutta la vita curandosi solo di se stessi, rimarranno un gior-
no non poco stupiti, come il servo infingardo della parabola, di udire
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la sentenza: “Toglietegli dunque il talento”. Come gli Ebrei, confon-
dono il godimento per se dei beni ricevuti con l’uso che dovrebbero
farne a favore degli altri.