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Parole di vita
alla gloria di Dio ed è colpevole personalmente in quanto rifiuta al
Signore i frutti della sua vigna.
I messaggeri di Dio vengono a noi su incarico del Maestro e
ci chiedono, come faceva Gesù, di prestare ascolto alla Parola del
Signore. Ci fanno notare che Egli ha diritto ai frutti della vigna,
frutti di amore, umiltà e sacrificio. Ma molti vignaiuoli d’oggi non si
indignano come i capi ebraici di una volta? Quando c’è chi proclama
chiaramente le esigenze della legge divina, questi teologi e dottori
non usano similmente il loro ascendente sulla gente per indurla a
respingere quelle esigenze? Dio definisce questo tipo di persone
servi infedeli.
Il monito che Dio rivolse all’Israele antico dovrebbero far medi-
tare anche la chiesa di oggi. Il Signore dice di quel popolo: “Scrivessi
pur per lui le mie leggi a miriadi, sarebbero considerate come cosa
che non lo concerne” (
Osea 8:12
). E ad ogni sacerdote e dottore
della legge dice: “Il mio popolo perisce per mancanza di conoscenza.
Poiché tu hai sdegnata la conoscenza, anch’io sdegnerò d’averti per
sacerdote; giacché tu hai dimenticata la legge del tuo Dio, anch’io
dimenticherò i tuoi figliuoli” (
Osea 4:6
).
Questi moniti divini rimarranno inascoltati? Le occasioni di
servirlo passeranno inutilmente? Lo scherno del mondo, l’orgoglio
intellettuale, l’adattamento alle tradizioni ed ai costumi umani impe-
diranno ai discepoli di Cristo di servirlo veramente? Respingeranno
la Parola di Dio come i capi ebraici respinsero Cristo? Le conse-
guenze del peccato d’Israele sono sotto i nostri occhi. La chiesa
d’oggi terrà conto di questo avvertimento?
“E se pure alcuni de’ rami sono stati troncati, e tu, che sei oliva-
stro, sei stato innestato in luogo loro e sei divenuto partecipe della
radice e della grassezza dell’ulivo non t’insuperbire... sono stati
troncati per la loro incredulità, e tu sussisti per la fede; non t’insu-
perbire, ma temi. Perché se Dio non ha risparmiato i rami naturali,
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non risparmierà neppur te” (
Romani 11:17-21
).
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