Un messaggio alla chiesa d’oggi
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Gesù sottolineò che la legge divina, libera dalle tradizioni umane,
costituisce il grande parametro dell’obbedienza, e questo scatenò
l’ostilità dei rabbini che avevano elevato le teorie umane al di sopra
della Parola di Dio e distolto la gente dalla sua legge. Non intende-
vano affatto sopprimere i loro comandamenti umani per obbedire a
quelli della Sacra Scrittura. Nemmeno per amore della verità erano
disposti a rinunciare all’orgoglio della ragione e al plauso degli uo-
mini. Quando Cristo presentò a tutti le richieste divine, i sacerdoti
e gli anziani gli contestarono il diritto di intromettersi fra loro ed
il popolo. Non accettavano i suoi moniti e rimproveri e comincia-
rono addirtitura ad aizzare il popolo contro di Lui con l’intento di
eliminarlo.
Era colpa loro se Cristo non fu accolto come Messia, con tutte
le conseguenze che questo comportò. Il grave peccato e la rovina di
tutto un popolo erano da imputare proprio ai capi religiosi.
Oggi non sono all’opera le medesime forze? Molti operai del-
la vigna del Signore non seguono anche ai nostri giorni la stessa
strada dei capi ebraici? Non sono molti maestri religiosi a stornare
i fedeli dalle chiare norme della Parole di Dio? Non sono loro che
invece di insegnargli l’obbedienza alla legge di Dio, li educano alla
trasgressione? Da quanti pulpiti, nelle varie chiese, predicano che
la legge divina non sarebbe più vincolante! Mettono in primo piano
tradizioni, norme e costumi umani, utilizzano i doni ricevuti da Dio
per alimentare l’orgoglio ed il compiacimento di sé ma ignorano
semplicemente le sue richieste!
Accantonando la legge divina gli uomini non sanno quello che
fanno. Questa legge è il riflesso del suo carattere e incarna i princìpi
del suo regno, e chi rifiuta tali principi ostruisce da solo il canale
delle benedizioni divine.
Solo obbedendo ai comandamenti di Dio Israele avrebbe visto
realizzarsi le gloriose prospettive che aveva dinanzi, e, allo stesso
modo, anche noi: solo sul sentiero dell’ubbidienza troveremo la me-
desima nobiltà di carattere, la medesima abbondanza di benedizioni
nel corpo, nell’anima e nello spirito, in casa e nei campi, nella vita
presente e in quella futura.
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Nel regno spirituale come in quello naturale l’obbedienza al-
le leggi di Dio è la condizione per portare frutto. Chi insegna ad
ignorare i Comandamenti divini impedisce agli altri di portar frutto