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Parole di vita
quel libro sarà aperto dal Leone della tribù di Giuda.
I Giudei si lusingavano all’idea di essere i beniamini del cielo e
pensavano di dover occupare sempre un’alta posizione come chiesa
di Dio. Erano fieri di essere discendenti di Abramo e ritenevano la
loro prosperità cosi sicura che nulla al mondo potesse cambiare al-
cunché. Ma la loro infedeltà era in procinto di scatenare la condanna
del cielo e di separarli da Dio.
Dopo aver illustrato, in questa parabola della vigna, con quale
atto i sacerdoti avrebbero colmato la misura della loro malvagità,
Cristo chiese direttamente: “Quando dunque sarà venuto il padron
della vigna, che farà egli a que’ lavoratori?”. I sacerdoti avevano
seguito il racconto con vivo interesse, ma senza rendersi conto che
si riferiva proprio a loro, perciò risposero ad una voce con il popolo:
“Li farà perir malamente, codesti scellerati, e allogherà la vigna
ad altri lavoratori, i quali gliene renderanno il frutto a suo tempo”
(
Matteo 21:40, 41
).
Senza avvedersene avevano pronunciato la propria condanna.
Gesù li fissò con un sguardo penetrante ed essi intuirono che Egli
poteva leggere nel loro cuore. Emanava uno splendore divino e una
potenza inequivocabile. Riconoscendo nei vignaiuoli il ritratto di se
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stessi esclamarono: “Così non sia!” (
Luca 20:16
).
Con triste solennità Cristo chiese: “Non avete mai letto nelle
Scritture: La pietra che gli edificatori hanno riprovata è quella ch’è
divenuta pietra angolare; ciò è stato fatto dal Signore, ed è cosa
meravigliosa agli occhi nostri? Perciò io vi dico che il Regno di Dio
vi sarà tolto, e sarà dato ad una gente che ne faccia i frutti. E chi
cadrà su questa pietra sarà sfracellato; ed ella stritolerà colui sul
quale cadrà” (
Matteo 21:42-44
).
Cristo avrebbe risparmiato questa sentenza ai Giudei se lo aves-
sero accettato, ma l’invidia e la gelosia li avevano resi implacabili.
Rimasero fermamente decisi a non riconoscere il Messia in Gesù di
Nazareth e respinsero così la luce del mondo: da quel momento in
poi la loro vita fu avvolta dalle più fitte tenebre ed il giudizio predet-
to alla fine si abbatté sul popolo ebraico. Il loro odio feroce fu la loro
rovina e nel loro cieco furore finirono per dilaniarsi reciprocamente.
La loro arroganza ribelle e ostinata scatenò l’ira dei conquistatori
romani, Gerusalemme fu distrutta, il tempio raso al suolo e quel
luogo fu arato come un campo. I Giudei furono massacrati nelle