Pagina 179 - Parole di vita

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Dire e fare
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fermità cerca soccorso dal grande Medico che ha detto: “Colui che
viene a me, io non lo caccerò fuori” (
Giovanni 6:37
). Sono queste le
persone di cui il Signore può servirsi come operai per la sua vigna.
Cristo non condanna il figlio che in un primo momento rifiuta di
obbedire all’ordine paterno, ma nemmeno lo loda particolarmente.
Chi rifiuta di obbedire a Dio non merita alcuna lode. Questo tipo
di franchezza non deve essere considerata una virtù! Quando si
accompagna alla verità e ad un carattere santo, la franchezza fa
di un uomo un intrepido testimone di Cristo, ma nella bocca del
peccatore essa si trasforma in insulto e sfida e rasenta la bestemmia.
Il fatto che un individuo non sia ipocrita non significa che non
sia peccatore. Quando gli appelli dello Spirito Santo ci toccano il
cuore, rispondiamo senza indugio. Quando ci giunge l’invito: “Va,
lavora oggi nella mia vigna”, non respingiamolo. “Oggi, se udite la
sua voce, non indurite i vostri cuori” (
Ebrei 4:7
). È pericoloso non
obbedire subito: questo invito potrebbe non ripetersi più!
Nessuno si illuda che sia facile abbandonare peccati lungamente
accarezzati. Non è cosi! Ogni peccato che si coltiva indebolisce il ca-
rattere fortifica la cattiva abitudine e finisce per provocare un decadi-
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mento fisico, mentale e morale. Anche se successivamente tu ti penti
dell’errore commesso e ritorni sulla retta via, il modo di pensare e
di vivere seguito finora e la tua familiarità con l’errore ti renderanno
difficile la distinzione tra il bene ed il male. Approfittando delle tue
abitudini sbagliate Satana tornerà ad assalirti ripetutamente.
La nostra sincerità si rivela nel momento in cui riceviamo l’ordi-
ne: “Va, lavora oggi nella mia vigna”. Risponderemo solo a parole
o anche con i fatti? Impegneremo ogni nostra capacità per lavorare
con fedeltà e disinteresse per il Proprietario della vigna?
L’apostolo Pietro ci insegna come fare: “Grazia e pace vi siano
moltiplicate nella conoscenza di Dio e di Gesù nostro Signore. Poi-
ché la sua potenza divina ci ha donate tutte le cose che appartengono
alla vita e alla pietà mediante la conoscenza di Colui che ci ha chia-
mati mercé la propria gloria e virtù, per le quali Egli ci ha elargito le
sue preziose e grandissime promesse onde per loro mezzo voi foste
fatti partecipi della natura divina dopo essere fuggiti dalla corruzione
che è nel mondo per via della concupiscenza, voi, per questa stessa
ragione, mettendo in ciò dal canto vostro ogni premura, aggiungete
alla fede vostra la virtù; alla virtù la conoscenza; alla conoscenza la