Come si decide il nostro destino
165
opere fatte per guadagnare anime a Cristo ci seguiranno fino in cielo.
Ma chi utilizza egoisticamente i doni ricevuti da Dio, senza aiutare
il prossimo nel bisogno né promuovere l’opera evangelica in questo
mondo, disonora il proprio Creatore. Colpevole di furto contro Dio:
ecco che cosa sarà scritto nei libri celesti accanto al suo nome.
Il ricco possedeva tutto ciò che può procurare il denaro, ma non
aveva il capitale necessario per mantenere i suoi conti in regola con
Dio. Viveva come se tutto quel che possedeva fosse veramente suo.
Aveva ignorato gli appelli divini e il grido dei poveri e dei sofferenti,
ma alla fine arriva un appello che non può ignorare. Un potere, al
quale non può obiettare né resistere, gli ordina di abbandonare i
beni di cui non è più amministratore. Quest’uomo, un tempo ricco, è
ridotto alla miseria più nera, e l’abito della giustizia di Cristo, tessuto
nei telai celesti, non può coprirlo. Colui che prima indossava ricca
porpora e lino fine si è ridotto alla nudità. Il suo tempo di grazia è
finito. Non ha portato niente in questo mondo e niente potrà portar
via.
Sollevando il velo che nasconde l’aldilà Cristo illustrò questo
quadro in presenza di sacerdoti e capi, scribi e Farisei. Contemplate-
lo, voi che siete ricchi di beni materiali, ma non di quelli spirituali!
Fermatevi davanti a questa scena e riflettete: quello che è prezioso
per gli uomini è odioso per Dio! Perciò Gesù chiede: “E che giova
[180]
egli all’uomo se guadagna tutto il mondo e perde l’anima sua? E
infatti, che darebbe l’uomo in cambio dell’anima sua?” (
Marco 8:36,
37
).
Applicazione al popolo ebraico
Quando Cristo racconto la parabola del ricco e del povero Lazza-
ro, molti giudei si trovavano nella medesima infelice situazione del
ricco, usavano i beni ricevuti da Dio per soddisfare la propria sete di
piaceri e stavano per sentire la sentenza: “Tu sei stato pesato con la
bilancia, e sei stato trovato mancante” (
Daniele 5:27
). Il ricco era
stato favorito da benefici materiali e spirituali di ogni tipo, ma non
era disposto a metterli al servizio di Dio. Il popolo ebraico faceva
altrettanto. Il Signore ne aveva fatto il depositano delle verità sacre,
l’amministratore della sua grazia. Gli aveva elargito tutti i privilegi
materiali e spirituali invitandolo a trasmetterli agli altri. Gli aveva