Pagina 168 - Parole di vita

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Parole di vita
ascoltiamo la voce di Dio contenuta nella sua Parola, non presteremo
ascolto nemmeno alla testimonianza di un morto risuscitato!
Se ascoltiamo Mosè e i profeti non avremo bisogno di chiedere
altra conoscenza oltre quella che Dio ci ha dato, ma se rifiutiamo
questa luce e non approfittiamo delle occasioni che abbiamo, rimar-
remo sordi anche se un morto verrà ad annunciarci un messaggio.
Non ci convincerà neanche questa evidenza. Chi rifiuta la legge e i
profeti finisce per chiudere il cuore al punto da rifiutare ogni luce.
Il colloquio che si sviluppa tra Abramo e l’ex ricco è simboli-
co e la conclusione da trarre è che tutti vengono sufficientemente
informati sui loro doveri. La responsabilità dell’individuo è propor-
zionale alle possibilità ed ai privilegi che ha goduto. Dio concede
a tutti luce e grazia sufficiente per svolgere l’opera che ci assegna,
ma se noi veniamo meno nel dovere rivelatoci dalla poca luce che
abbiamo ricevuto, una luce maggiore metterebbe a nudo solo la
nostra infedeltà e trascuratezza nell’approfittare delle benedizioni
ricevute. “Chi è fedele nelle cose minime, è pur fedele nelle grandi;
e chi è ingiusto nelle cose minime, è pure ingiusto nelle grandi”
(
Luca 16:10
). Chi rifiuta gli insegnamenti di Mosè e dei profeti e
pretende qualche clamoroso miracolo, non si convincerebbe neppure
se questo desiderio si realizzasse.
La parabola del ricco e del povero Lazzaro mette in evidenza
in che modo vengono classificati questi due tipi di persone nel
mondo invisibile. Essere ricchi non è peccato, se le ricchezze si sono
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acquisite senza disonestà e ingiustizia. Il ricco non viene condannato
sol perché ha dei beni, ma perché li usa egoisticamente. Molto
meglio sarebbe consacrar. li a Dio e usarli facendo del bene. La
morte stessa non potrà fare impoverire chi si dedica alla ricerca
dei tesori eterni, mentre 1 individuo che accumula tesori solo per
se stesso, non potrà portarli con sé in cielo. È un amministratore
infedele che si gode la vita senza pensare ai suoi doveri dinanzi a
Dio. Non ha badato ad assicurarsi i tesori celesti.
Il ricco che aveva ricevuto tanti benefici non sfruttò quei doni in
modo che gli fruttassero delle ricchezze anche nell’aldilà. Lo scopo
della redenzione non è solo quello di cancellare il peccato, ma anche
di restituire all’uomo quei doni spirituali che aveva perduti a causa
dell’influsso avvilente del peccato. Non possiamo portare con noi
il denaro nell’eternità, non ci servirebbe a niente, mentre le buone