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Parole di vita
Questa parabola presenta alcuni particolari necessari per com-
pletare il quadro ma che non rivestono alcun significato spirituale e
non devono quindi distrarci dalle grandi verità sulle quali dobbiamo
concentrarci.
Il condono concesso dal re rappresenta il perdono di tutti i nostri
peccati da parte di Dio. Cristo è rappresentato dal re il quale, mosso
a compassione, rimette il debito al servo. Dato che l’uomo si ritro-
vava sotto la condanna della legge che aveva violato e non poteva
riscattarsi da solo, Cristo è venuto in questo mondo rivestendo la sua
divinità della nostra umanità e sacrificando la propria vita per gli
ingiusti. Egli si è immolato per i nostri peccati e offre gratuitamente
ad ognuno di noi il perdono che ha comprato col suo sangue. “Presso
l’Eterno è benignità, e presso di lui è abbondanza di redenzione”
(
Salmo 130:7
).
Ecco quale motivazione dovrebbe indurci alla pietà verso il
prossimo che sbaglia: “Se Dio ci ha cosi amati, anche noi dobbiamo
amarci gli uni gli altri” (
1Giovanni 4:11
). “Gratuitamente avete
ricevuto, gratuitamente date” (
Matteo 10:8
).
Allorché il debitore della parabola implorò: “Abbi pazienza
con me, e ti pagherò tutto”, la sentenza fu revocata ed il debito
cancellato. Non passò molto che gli si presentò l’occasione di imitare
l’esempio del padrone. Uscendo dal palazzo incontrò un suo servo
che gli doveva una piccola somma. A lui erano stati appena rimessi
diecimila talenti, mentre il suo debitore gli doveva solo cento denari.
Ma quest’uomo che era stato trattato con tanta misericordia trattò
il suo compagno ben diversamente. In termini simili il debitore
gli chiese una dilazione di pagamento come lui aveva fatto col re,
ma l’esito fu diverso: non ci fu pietà né misericordia e inutili si
rivelarono anche le implorazioni ad aver pazienza. Questo servo
ingrato pensava soltanto al suo denaro e al suo diritto e fece eseguire
perciò contro il debitore la sentenza alla quale lui stesso era appena
sfuggito per grazia!
Quanti assumono oggi il medesimo atteggiamento! Quando il
debitore chiedeva grazia al suo padrone, non aveva coscienza del-
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l’enormità del suo debito e della sua impotenza. Sperava di trarsi
d’impaccio da solo quando implorava: “Abbi pazienza con me, e ti
pagherò tutto”, e allo stesso modo molti sperano di guadagnarsi la
grazia di Dio con le proprie opere. Non si rendono conto della loro