“Per le strade e lungo le siepi”
147
qualcosa di buono. Altri, pienamente coscienti della propria degra-
dazione, esclamano: “Nessuno mi può aiutare. Lasciatemi in pace!”.
Ma non dobbiamo desistere: con tenera simpatia e autentico amor
del prossimo misto a pietà prendiamoci cura piuttosto dei depressi
e dei deboli. Trasmettiamo loro il nostro coraggio, la nostra fede e
la speranza, costringiamoli gentilmente ad entrare: “E abbiate pietà
[161]
degli uni che sono nel dubbio; salvateli, strappandoli dal fuoco”
(
Giuda 22, 23
).
Se come messi di Dio siamo in intima comunione di fede con
lui, Egli conferirà potenza al nostro messaggio e ci metterà in gra-
do di parlare cosi vividamente del suo amore e del pericolo che si
corre rifiutando la sua grazia, che la gente si sentirà costretta ad
accettare l’Evangelo. Cristo farà dei grandi miracoli se anche gli
uomini faranno la parte che Dio ha loro assegnato. Il cuore umano
può trasformarsi profondamente anche oggi come nelle generazioni
passate. John Bunyan abbandonò una vita empia e dissipata e John
Newton, da mercante di schiavi divenne predicatore del Cristo cro-
cifisso. Anche oggi possono salvarsi altri uomini come Bunyan e
Newton. Grazie alla collaborazione di strumenti umani e divini sarà
possibile recuperare numerosi paria della società che si sforzeranno
a loro volta di restaurare l’immagine divina in altri. Molti hanno
avuto ben poche possibilità e si trovano su una via sbagliata perché
non ne conoscevano una migliore, ma i raggi della luce celeste illu-
mineranno anche loro. Valgono anche per loro le parole che Gesù
rivolse a Zaccheo: “Oggi debbo albergare in casa tua” (
Luca 19:5
).
E coloro che sembravano peccatori incalliti dimostreranno di avere
l’animo sensibile di un bambino perché Cristo li ha degnati della
sua attenzione. Molti, abbandonando errori e peccati gravissimi, oc-
cuperanno il posto di altri che hanno avuto possibilità e privilegi ma
non li hanno apprezzati. Saranno annoverati fra gli eletti di Dio, cari
e preziosi, e quando Cristo stabilirà il suo regno staranno accanto al
suo trono.
Ma “guardate di non rifiutare Colui che parla” (
Ebrei 12:25
),
avverti Gesù, “perché io vi dico che nessuno di quegli uomini ch’e-
rano stati invitati, assaggerà la mia cena”. Dato che avevano respinto
l’invito, non furono invitati una seconda volta. Rifiutando Cristo gli
Ebrei indurirono il cuore e si abbandonarono da soli al potere di
Satana, cosicché alla fine fu per loro impossibile accettare la sua