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Parole di vita
il matrimonio avrebbe dovuto impedire all’invitato di presenziare
alla festa, dal momento che avrebbero accolto sicuramente sia il
marito che la moglie. Ma egli aveva già fatto altri progetti per
divertirsi a modo suo e di più che non al banchetto al quale aveva
dato inizialmente il suo assenso. Aveva imparato a godere altre
compagnie, diverse da quella del padrone di casa, perciò non si scusò
nemmeno, non si preoccupò di una minima parvenza di cortesia. Le
sue parole - “Non posso venire” - erano solo un goffo tentativo di
nascondere la verità, cioè: “Non ho voglia di venire”.
Tutti questi pretesti rivelavano che la mente degli ospiti era
talmente assorbita da altri interessi che essi finirono per respingere
l’invito accettato in un primo momento offendendo il generoso
amico con la loro indifferenza.
Con la parabola del gran convito Cristo mette in rilievo i benefici
offerti dall’Evangelo. Il cibo è lui stesso, pane disceso dal cielo e
acqua della vita. I messaggeri del Signore avevano annunciato agli
Ebrei l’avvento del Salvatore additando Cristo quale “Agnello di
Dio che toglie il peccato del mondo” (
Giovanni 1:29
). Nel banchetto
che aveva apparecchiato, Dio offrì loro il supremo dono celeste - un
dono di valore inestimabile. Nel suo amore Dio provvide a tutte le
spese della festa e ad una inesauribile quantità di alimenti. Cristo
disse: “Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno” - (
Giovanni
6:51
).
Ma per accogliere l’invito alla festa evangelica bisogna subor-
dinare i propri interessi temporali all’accettazione di Cristo e della
sua giustizia. Dio ha dato tutto all’uomo e gli chiede in cambio
un servizio che sia al di sopra di ogni considerazione personale e
materiale. Non può accettare un cuore diviso. Un cuore assorbito
dagli affetti terreni non sa abbandonarsi a lui.
Questa lezione è eterna. Anche noi siamo invitati a seguire
l’Agnello dovunque vada, a farci guidare da lui, a preferire la sua
compagnia rispetto a quelle terrene. Cristo ci ricorda: “Chi ama
padre o madre più di me, non è degno di me; e chi ama figliuolo o
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figliuola più di me, non è degno di me” (
Matteo 10:37
).
Al tempo di Cristo molti, mettendosi a tavola e rompendo il pane,
avevano l’abitudine di dire: “Beato chi mangerà il pane del regno
di Dio”, ma Egli fece notare quanto fosse difficile trovare ospiti
per la mensa apparecchiata a costo di un prezzo infinito, e i suoi