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Parole di vita
vano che Cristo confermasse la particolare malvagità e colpevolezza
di quei disgraziati, ma la sua risposta li sorprese non poco.
Rivolgendosi alla folla il Salvatore chiese: “Pensate voi che quei
Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei perché hanno sofferto
tali cose? No, vi dico; ma se non vi ravvedete, tutti similmente peri-
rete” (
Luca 13:2, 3
). Quelle tragiche sciagure dovevano spingerli ad
umiliarsi e a pentirsi dei propri peccati, perché già si stava adden-
sando il turbine della vendetta che doveva abbattersi su tutti coloro
che non avrebbero cercato rifugio in Cristo.
Mentre parlava ai discepoli e alla folla, Gesù vedeva con l’occhio
profetico Gerusalemme assediata dagli eserciti, sentiva il clamore
dei nemici che avanzavano contro la città eletta, vedeva le centinaia e
migliaia di esseri umani che sarebbero periti durante l’assedio. Come
questi galilei, molti giudei sarebbero stati abbattuti nei cortili del
tempio proprio nell’atto di offrire i sacrifici. Con la morte di alcuni
Dio voleva avvertire tutto il popolo, ugualmente colpevole: “Se non
vi ravvedete, tutti similmente perirete”, ammoni Gesù. C’era ancora
un po’ di tempo di grazia per loro, un po’ di respiro per riconoscere
che cosa avrebbe dato loro pace.
Continuando Egli raccontò questa parabola: “Un tale aveva un
fico piantato nella sua vigna; e andò a cercarvi del frutto, e non ne
trovo. Disse dunque al vignaiolo: Ecco, sono ormai tre anni che
vengo a cercar frutto da questo fico e non ne trovo; taglialo; perché
sta lì a rendere improduttivo il terreno?” (
Luca 13:6, 7
).
Il senso di queste parole era inequivocabile per gli ascoltatori.
Davide aveva decantato Israele paragonandolo ad una vite tratta
fuori dall’Egitto e Isaia aveva scritto: “Or la vigna dell’Eterno degli
eserciti è la casa d’Israele, e gli uomini di Giuda son la piantagione
ch’era la sua delizia” (
Isaia 5:7
). Il fico piantato nella vigna del
Signore rappresenta la generazione contemporanea del Salvatore,
oggetto delle sue cure e benedizioni particolari.
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Già il profeta Isaia aveva descritto con queste belle parole quale
piano Dio avesse in mente per il suo popolo e le grandiose possibilità
che gli si schiudevano: “... saranno chiamati: Querce di giustizia,
piante che il Signore ha piantato, per glorificar sé stesso” (
Isaia 61:3
(D)
). Sul letto di morte, mosso dallo Spirito Santo, Giacobbe aveva
detto del figlio prediletto: “Giuseppe è un ramo d’albero fruttifero;
un ramo d’albero fruttifero vicino a una sorgente; i suoi rami si