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Parole di vita
loro interesse con le immagini della vita quotidiana, affinché nessuno
dei presenti potesse ritenersi trascurato o dimenticato. I più umili e i
più grandi peccatori sentivano nei suoi insegnamenti una voce che
parlava con simpatia e tenerezza.
Un altro motivo induceva Gesù a parlare in parabole. In mezzo
alle folle che gli si accalcavano intorno c’erano sacerdoti e rabbini,
scribi e anziani, erodiani e capi del popolo, persone di mondo, bi-
gotti e ambiziosi che cercavano solo un pretesto per accusarlo. Le
loro spie lo pedinavano tutti i giorni per cogliere dalle sue labbra
qualche parola che si prestasse a farlo condannare e a far tacere per
sempre colui che sembrava attrarre il mondo dietro a sé. Il Salvatore
conosceva il carattere di questi uomini e presentava la verità in modo
da non offrir loro alcun appiglio suscettibile di accusa dinanzi al
sinedrio. Servendosi delle parabole, censurava l’ipocrisia e la mal-
vagia condotta di coloro che occupavano alte posizioni e rivestiva
di un linguaggio figurato delle verità così taglienti che i destinatari,
lungi dall’ascoltarlo, avrebbero rapidamente messo fine al suo mini-
stero, se le avesse presentate come denuncia aperta. Eludendo così le
insidie delle spie, esponeva la verità con tanta chiarezza da mettere a
nudo l’errore e dar modo agli ascoltatori sinceri di trarre profitto dai
suoi insegnamenti. Metteva in evidenza la saggezza divina, la grazia
infinita nelle opere del creato. Grazie alla natura e alle esperienze
della vita, Dio ammaestrava l’umanità. “Poiché le perfezioni invi-
sibili di lui, la sua eterna potenza e divinità, si vedon chiaramente
sin dalla creazione del mondo, essendo intese per mezzo delle opere
sue” (
Romani 1:20
).
Con il suo insegnamento in forma di parabole il Salvatore ci dà
un’idea della vera “istruzione superiore”. Cristo avrebbe potuto di-
schiudere agli uomini le più profonde verità scientifiche e misteri tali
che, per essere compresi, avrebbero richiesto secoli d’intenso studio
e fatica. Avrebbe potuto fornire qualche traccia in campo scientifico
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suscettibile di alimentare il pensiero e stimolare invenzioni fino alla
fine dei tempi, eppure non lo fece. Non diceva niente per soddisfare
la curiosità e nutrire l’ambizione umana o per aprire le porte della
grandezza mondana. In tutti i suoi insegnamenti Cristo metteva in
relazione il pensiero degli uomini con l’essere infinito, non induceva
la gente a studiare le teorie umane relative a Dio, alla sua Parola, alle
sue opere; invece, invitava a contemplarlo attraverso le sue opere, la