Pagina 119 - Parole di vita

Basic HTML Version

La speranza della vita
115
Se sei depresso, fatti coraggio, qualunque sia la gravità del tuo
peccato! Non pensare che forse Dio perdonerà la tua colpa ammet-
tendoti alla sua presenza... Dio ha già fatto il primo passo: quando
tu eri in rivolta aperta contro dì lui, è venuto a cercarti. Commosso
come il pastore della parabola, ha lasciato le novantanove pecore
per andare nel deserto alla ricerca di quella perduta. Stringendo
affettuosamente fra le braccia l’uomo ferito e vicino alla morte, lo
riporta con gioia alla fida dimora.
I Giudei insegnavano che Dio ama il peccatore solo dopo che si
è pentito. Secondo loro bisognava fare penitenza per guadagnarsi il
favore celeste. Ecco perché i Farisei esclamavano stupiti e scanda-
lizzati: “Costui accoglie i peccatori”! Secondo loro Cristo avrebbe
dovuto tollerare intorno a sé solo quanti si erano pentiti, ma nella
parabola della pecora smarrita il Salvatore insegna che noi non sia-
mo salvati perché cerchiamo Dio, bensì perché Dio cerca noi: “Non
v’è alcuno che abbia intendimento, non v’è alcuno che ricerchi Dio.
Tutti si sono sviati” (
Romani 3:11, 12
). Noi non ci pentiamo affinché
Dio ci ami, piuttosto Egli ci manifesta il suo amore per indurci a
pentimento.
Quando la pecora smarrita è di nuovo al sicuro, il pastore esprime
la sua riconoscenza con melodiosi canti di gioia, e invitando vicini
e amici esclama: “Rallegratevi meco, perché ho ritrovato la mia
pecora ch’era perduta” (
Luca 15:6
). Similmente quando il supremo
Pastore ritrova un peccatore errante, il cielo e la terra intonano un
inno di lode e di ringraziamento.
“Così vi sarà in cielo più allegrezza per un solo peccatore che
si ravvede, che per novantanove giusti i quali non han bisogno di
ravvedimento” (
Luca 15:7
). Voi Farisei, voleva dire Cristo, vi ritenete
i favoriti del cielo e fate affidamento sulla vostra giustizia personale,
ma sappiate che, se credete di non aver bisogno di pentimento, io
non sono venuto per voi! Sono venuto a salvare questi poveri esseri
[126]
che sentono la loro miseria ed il loro peccato. Gli stessi angeli celesti
s’interessano di queste anime perdute che voi disprezzate. Trovate
da ridire e vi fate beffe quando qualcuno di loro si unisce a me, ma
sappiate che gli angeli si rallegrano ed un canto di trionfo echeggia
nei cortili celesti!
I rabbini avevano il “detto” che il cielo si rallegra quando un
peccatore viene annientato, ma Cristo insegnava che l’opera della