Pagina 116 - Parole di vita

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Capitolo 15: La speranza della vita
Quando “i pubblicani e i peccatori” si raccoglievano intorno
a Gesù, i rabbini manifestavano apertamente la loro indignazione
esclamando: “Costui accoglie i peccatori e mangia con loro”.
Insinuavano cioé che Cristo amasse la compagnia di individui
peccatori e corrotti e che fosse insensibile alla loro malvagità. Gli
scribi erano rimasti delusi da Gesù. Come mai lui che pretendeva di
avere un carattere così elevato non li frequentava, adottando anche i
loro metodi nell’ammaestrare gli altri? Perché andava in giro cosi
modestamente, lavorando tra gente di qualunque classe sociale? Se
fosse stato un vero profeta, pensavano, si sarebbe inteso benissimo
con loro, trattando invece pubblicani e peccatori con l’indifferen-
za che meritavano. Questi guardiani della società si irritavano che
Gesù, con il quale erano in continuo contrasto, ma la cui purezza di
vita li spaventava e nel contempo costituiva un rimprovero per loro,
manifestasse evidente simpatia per quegli emarginati. Non appro-
vavano i suoi metodi. Personalmente si ritenevano colti, raffinati ed
eminentemente religiosi, ma l’esempio di Cristo smascherava il loro
egoismo.
Li irritava inoltre il fatto che, proprio quelli che mostravano
profondo disprezzo per i rabbini e che non avevano mai frequentato
le sinagoghe, si accalcassero intorno a Gesù per ascoltare, rapiti
ed attenti, le sue parole. Di fronte alla purezza di Cristo scribi e
Farisei si sentivano perduti e condannati, ma come si spiegava che i
pubblicani ed i peccatori fossero tanto attratti da lui?
Senza rendersene conto loro stessi l’avevano spiegato osservan-
do con disprezzo: “Costui accoglie i peccatori”. Molti andavano a
Gesù perché sentivano, alla sua presenza, che c’era anche per loro la
speranza di uscire dall’abisso del peccato. Mentre i Farisei avevano
in serbo per loro solo disprezzo e condanna, Cristo li accoglieva
come figli di Dio che si erano allontanati dalla casa paterna, ma
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che il Padre non aveva dimenticati. Proprio perché si trovavano in
quello stato di miseria e di peccato avevano maggiormente bisogno
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