Pagina 111 - Parole di vita

Basic HTML Version

La sorgente della vittoria
107
nando per la via, le nostre parole perverranno comunque al trono del
Sovrano dell’universo. Forse non saranno percepibili all’orecchio
umano, ma non si perderanno nel silenzio né nel tumulto delle attivi-
tà che ci circondano. Niente può soffocare l’anelito dell’anima che
si eleva sul frastuono della via e i clamori e la confusione del mondo
giungendo fino ai cortili celesti. Parliamo con Dio e lui ascolterà la
nostra preghiera!
Anche se ti senti il più indegno degli uomini, non esitare a
rimettere il tuo caso a Dio. Nello stesso momento in cui offrì se
stesso in Cristo per il peccato del mondo, Egli ha preso a cuore la
causa dì ogni anima. “Colui che non ha risparmiato il suo proprio
Figliuolo, ma l’ha dato per tutti noi, come non ci donerà egli anche
tutte le cose con lui?” (
Romani 8:32
). Come potrebbe non mantenere
la parola che ci ha dato per incoraggiarci e fortificarci?
Cristo non ha desiderio più grande che quello dì riscattare la sua
eredità dal dominio di Satana, ma bisogna che la liberazione esteriore
dal suo potere sia preceduta da una liberazione interiore. Il Signore
permette le prove per purificarci dal materialismo, dall’egoismo e
da tutti quei brutti tratti di carattere che ci rendono così diversi da
Cristo. Egli lascia che la bufera del dolore ci investa per darci modo
dì riconoscere lui e Gesù Cristo che Egli ha mandato, per suscitare
[117]
in noi il vivo desiderio dì essere purificati dalla corruzione e uscire
dalla prova più puri, santi e felici. Spesso prima di entrare nella
fornace della prova siamo pieni di egoismo, ma se sopportiamo tutto
con pazienza, ne usciremo riflettendo il carattere divino. Quando
Dio riesce a realizzare i piani che aveva concepito per te facendoti
fare l’esperienza del dolore, “Egli farà risplendere la tua giustizia
come la luce, e il tuo diritto come il mezzodì” (
Salmo 37:6
).
Non bisogna temere che il Signore resti sordo alle implorazioni
dei suoi figli. Il pericolo, piuttosto, consiste nel cedere allo scorag-
giamento e nell’abbandonare la preghiera perseverante al momento
della prova e della tentazione.
Il Salvatore diede prova della sua compassione divina nell’in-
contro con la donna sirofenicia. Il dolore dì lei lo commosse profon-
damente e le avrebbe confermato subito e con tutto il cuore che la
sua preghiera era stata esaudita, ma, volendo dare prima una lezione
ai discepoli, parve ignorare inizialmente le sue dolorose invocazioni
di aiuto. Quando però la sua fede si rivelò chiaramente agli occhi di