Pagina 99 - Parole di vita

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Un segno di vera grandezza
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metterci i peccati e purificarci da ogni iniquità” (
1Giovanni 1:9
). Il
Signore ci invita: “Soltanto riconosci la tua iniquità: tu sei stata in-
fedele all’Eterno, al tuo Dio” (
Geremia 3:13
). “V’aspergerò d’acqua
pura, e sarete puri; io vi purificherò di tutte le vostre impurità e di
tutti i vostri idoli” (
Ezechiele 36:25
).
Ma prima di ottenere pace e perdono dobbiamo riconoscere noi
stessi, e questa consapevolezza susciterà contrizione. Il Fariseo non
era convinto di aver peccato e lo Spirito Santo non poteva operare
in lui. La sua anima era circondata da una corazza di orgoglio che
gli strali divini, per quanto aguzzi e ben diretti dagli angeli, non
riuscivano a penetrare. Cristo può salvare solo chi ha coscienza di
essere peccatore. Egli è venuto “per evangelizzare i poveri... bandire
liberazione a’ prigionieri, ed ai ciechi ricupero della vista; a rimettere
in libertà gli oppressi” (
Luca 4:18
). Invece “I sani non hanno bisogno
del medico” (
Luca 5:31
). Solo comprendendo il nostro vero stato
sentiremo il bisogno dell’aiuto di Cristo, solo se riconosciamo il
pericolo che ci sovrasta cercheremo scampo in lui, solo avvertendo il
dolore delle nostre ferite nutriremo anche il desiderio di guarigione.
Il Signore dice: “Poiché tu dici: Io son ricco, e mi sono arricchito,
e non ho bisogno di nulla, e non sai che tu sei infelice fra tutti, e
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miserabile e povero e cieco e nudo, io ti consiglio di comprare da
me dell’oro affinato col fuoco, affinché tu arricchisca; e delle vesti
bianche affinché tu ti vesta e non apparisca la vergogna della tua
nudità; e del collirio per ungertene gli occhi, affinché tu vegga”
(
Apocalisse 3:17, 18
). L’oro affinato col fuoco è la fede operante
per mezzo dell’amore, e solo lei può ristabilire l’armonia tra noi
e Dio: anche se siamo attivi e facciamo molte opere buone, senza
quell’amore che animava Gesù non faremo mai parte della famiglia
celeste!
Nessuno sa riconoscere da solo i propri errori: “Il cuore è in-
gannevole più d’ogni altra cosa, e insanabilmente maligno; chi lo
conoscerà?” (
Geremia 17:9
). Le labbra possono esprimere una mi-
seria spirituale che il cuore non conosce, e, pur dicendo a Dio che
siamo dei poveri peccatori, possiamo gonfiarci interiormente del-
la nostra umiltà e giustizia che ci pongono ad un livello superiore
agli altri. Esiste una sola possibilità per conoscere veramente noi
stessi: contemplare Cristo. Solo chi non lo conosce veramente può
inorgoglirsi della propria giustizia. Quando invece meditiamo sul