“Chiedete e vi sarà dato”
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il figliuolo gli chiede un pane, gli dia una pietra? O se gli chiede
un pesce, gli dia invece una serpe? Oppure anche se gli chiede un
uovo, gli dia uno scorpione? Se voi dunque, che siete malvagi, sapete
dare buoni doni ai vostri figliuoli, quanto più il vostro Padre celeste
donerà lo Spirito Santo a coloro che glielo domandano!” (
Luca
11:9-13
).
Per fortificare la nostra fiducia in Dio, Cristo ci invita a rivolgersi
a lui con un nome nuovo, un nome legato ai più dolci sentimenti del
cuore umano: Egli ci accorda infatti il privilegio di chiamare “Padre
nostro” il Dio infinito. Parlando con lui o di lui, questo nome è un
segno dell’amore e della fiducia che proviamo per il Signore, un
pegno delle sue premure e del tipo di relazione che vorrebbe stabilire
con noi. Pronunciato, quando gli chiediamo un favore o qualche
benedizione, il nome di “Padre” è una musica alle sue orecchie. Dio
stesso ha ripetutamente applicato questo nome a se stesso affinché
non pensiamo di essere presuntuosi chiamandolo così. Egli desidera
piuttosto che il termine ci sia familiare.
Dio ci considera suoi figli. Egli ci ha redenti da questo mondo
indifferente facendo di noi membri della famiglia reale, figli e figlie
del Re celeste. Egli ci invita ad avere in lui una fiducia più forte e
profonda di quella che si può riporre nel proprio padre terreno. I
genitori amano i figli, eppure l’amore divino è più grande, vasto e
profondo di quello umano, è immenso! Se perciò i genitori terreni
sanno dare dei buoni doni ai propri figli, quanto più il Padre celeste
potrà dare lo Spirito Santo a quanti glielo chiedono!
Quello che Cristo ha insegnato in merito alla preghiera merita
tutta la nostra attenzione. La preghiera è una scienza divina, e l’il-
lustrazione che Cristo ne ha fatto evidenzia dei principi che tutti
dovremmo comprendere. Egli ci mostra il vero spirito di preghiera
e ci insegna la necessità di perseverare quando presentiamo le no-
stre richieste a Dio, assicurandoci che Dio è pronto ad ascoltarci ed
esaudirci.
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Le nostre orazioni non siano pure richieste egoistiche, dirette
solo a nostro vantaggio: dobbiamo chiedere per dare ad altri. Il prin-
cipio che ispirava la vita di Cristo sia la norma anche della nostra
vita. “E per loro”, diceva riferendosi ai suoi discepoli, “io santifico
me stesso, affinché anch’essi siano santificati in verità” (
Giovanni
17:19
). La stessa devozione, il medesimo spirito di sacrificio e di ob-