Pagina 37 - Parole di vita

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Capitolo 3: “Prima l’erba, poi la spiga”
La parabola del seminatore suscitò molti interrogativi. Alcuni
ascoltatori conclusero che non era intenzione di Cristo fondare un
regno terreno e molti erano curiosi e perplessi. Vedendo la loro
perplessità Gesù si servi di altre illustrazioni per distogliere ulterior-
mente i loro pensieri dalla speranza di un regno mondano e indurli a
soffermarsi sull’azione della grazia divina nell’anima.
“Diceva ancora: Il regno di Dio è come un uomo che getti il
seme in terra, e dorma e si levi, la notte e il giorno; il seme intanto
germoglia e cresce nel modo ch’egli stesso ignora. La terra da se
stessa dà il suo frutto: prima l’erba; poi la spiga; poi, nella spiga, il
grano ben formato. E quando il frutto è maturo, subito e’ vi mette la
falce perché la mietitura è venuta” (
Marco 4:26-29
).
Il contadino che mette mano alla “falce perché la mietitura è
venuta” non può essere che Cristo. È colui che nel gran giorno finale
verrà a raccogliere la messe della terra. Ma il seminatore rappresenta
quanti lavorano al posto di Cristo. Sta scritto che “il seme intanto
germoglia e cresce nel modo ch’egli stesso ignora”, e questo non
può certo dirsi del Figlio di Dio che, lungi dal dormire, veglia giorno
e notte sul suo compito. Gesù non ignora in che modo il seme cresce.
La parabola del seme rivela che Dio opera nella natura. Il se-
me possiede in sé un principio germinativo che Dio stesso gli ha
trasmesso, nondimeno esso non avrebbe la forza di svilupparsi se
restasse abbandonato a se stesso. Anche l’uomo deve fare la sua
parte per favorire la crescita del chicco di grano: deve preparare il
terreno, concimarlo, spargere il seme e coltivare il campo. Ma c’è un
limite oltre il quale non potrà fare niente: nessuna forza o sapienza
umana è in grado di far nascere dal seme una pianta vivente. Anche
quando l’agricoltore ha fatto tutto il possibile, dipenderà sempre da
colui che ha messo in rapporto la semina e la raccolta con i legami
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meravigliosi della sua onnipotenza.
C’è vita nel seme e forza nel terreno, ma se la potenza infinita
di Dio non opera giorno e notte, il seme resterà infruttuoso. Ci
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