Pagina 25 - Parole di vita

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“Il seminatore uscì a seminare”
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la propria crescita, non tarda a seccarsi. Molti che professano di
essere religiosi sono come un terreno roccioso: simili alle rocce
coperte da un sottile strato di terra; l’egoismo del loro cuore naturale
è appena nascosto da uno strato superficiale di buoni desideri e
aspirazioni. Non hanno vinto l’amore dell’io, non hanno capito il
vero carattere del peccato, né il loro cuore è rimasto umiliato dal
senso di colpa. Può essere facile convincere questa classe di persone,
che magari appariranno convertiti entusiasti, ma la loro religione
rimane superficiale.
Ovviamente non cadono sol perché hanno accolto subito la Paro-
la o perché se ne rallegrano. Udito l’appello del Salvatore, Matteo si
levò immediatamente e, abbandonando tutto, lo seguì. Dio desidera
che accogliamo subito la sua Parola quando tocca il nostro cuore,
ed è bene che l’accogliamo con gioia: “Così vi sarà letizia in cielo
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per un peccatore penitente” (
Luca 15:7 (D)
). E c’è gioia nell’ani-
ma che crede in Cristo. Ma coloro che nella parabola accettano la
Parola immediatamente non ne calcolano il prezzo, non prendono
in considerazione ciò che essa esige da loro, non esaminano tutte le
abitudini della loro vita alla luce di questa Parola né si sottomettono
completamente al suo dominio.
Le radici penetrano profondamente nel terreno e, nascoste alla
vista, alimentano la vita della pianta. Così anche il cristiano nutre la
sua vita spirituale grazie ad un legame invisibile che unisce la sua
anima a Cristo per mezzo della fede. Ma gli ascoltatori rappresentati
dal terreno pietroso confidano in se stessi più che in Cristo, fanno
affidamento sulle loro opere buone e sui loro buoni impulsi, insomma
sulla loro giustizia, non sono forti nel Signore né nella forza della
sua potenza. Individui simili non hanno “radici in sé” perché non
sono legati a Cristo.
Il caldo sole estivo, che fortifica e fa maturare il grano robusto,
distrugge quello privo di radici profonde. Così colui che “non ha
radice in se, ma è di corta durata”, quando si scatena una “tribola-
zione o persecuzione a cagione della Parola, è subito scandalizzato”
(
Matteo 13:21
). Molti accettano l’Evangelo più per sfuggire alla
sofferenza che per essere liberati dal peccato, si rallegrano per un
certo periodo, pensando che la religione risparmierà loro ogni prova
e difficoltà, e finché tutto va bene nella vita sembreranno veri cri-
stiani, ma alla prima dura prova soccombono, non sanno sopportare