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Parole di vita
e degradarsi perché privato del contatto con i principi vasti e pro-
fondi della verità eterna. L’intelligenza si adatta a comprendere gli
argomenti con cui ha familiarità e dedicandosi a problemi limitati si
indebolisce, la sua forza declina e dopo qualche tempo non riesce
più a svilupparsi.
Tutto questo è il risultato di un’educazione sbagliata. La mis-
sione di ogni insegnante è quella di fissare l’animo giovanile sulle
solenni verità della Parola ispirata. Ecco l’educazione essenziale per
la vita presente e per quella avvenire!
E nessuno pensi che questo sarà di ostacolo allo studio scien-
tifico o si concluderà con una preparazione culturale inferiore: la
conoscenza di Dio è più alta del cielo e più vasta dell’universo.
Niente nobilita e ravviva più dello studio dei grandi temi relativi alla
nostra vita eterna. I giovani cerchino di capire queste verità divine e
la loro mente si espanderà e fortificherà con lo sforzo. Questo aprirà
allo scolaro che mette in pratica la Parola, un più vasto campo di
pensiero assicurandogli un tesoro imperituro di conoscenze.
La cultura da acquisire investigando le Scritture consiste in una
conoscenza sperimentale del piano della salvezza. Una cultura simile
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restaurerà nell’anima l’immagine divina, rinvigorirà lo spirito contro
l’assalto delle tentazioni, preparerà l’allievo a collaborare con Cristo
nella sua opera di misericordia a favore del mondo e ne farà un
membro della famiglia celeste preparandolo a partecipare all’eredità
dei santi nella luce.
Ma il maestro di verità sacre può impartire solo ciò che sa per
esperienza: “Il seminatore uscì a seminar la sua semenza” (
Luca
8:5
). Cristo insegnava la verità perché lui era la verità; il suo pensie-
ro stesso, il suo carattere, l’esperienza della sua vita s’incarnavano
nel suo insegnamento. Altrettanto deve essere dei suoi servi: quanti
insegnano la Parola devono farla propria per esperienza personale,
debbono sapere che cosa significa che Cristo è stato fatto per loro
saggezza e giustizia, santificazione e redenzione. Annunciando la
Parola agli altri, non la presentino come qualcosa di dubbio e incerto,
ma dichiarino piuttosto con l’apostolo Pietro: “Poiché non è coll’an-
dar dietro a favole artificiosamente composte che vi abbiamo fatto
conoscere la potenza e la venuta del nostro Signor Gesù Cristo, ma
perché siamo stati testimoni oculari della sua maestà” (
2Pietro 1:16
).
Ogni ministro di Cristo e ogni maestro dovrebbero poter esclamare