Capitolo 23: Un messaggio alla chiesa d’oggi
Il popolo ebraico
Nella parabola dei due figli Cristo aveva fatto rilevare ai rabbini
ebraici l’importanza dell’obbedienza. Nella successiva parabola
della vigna Egli sottolineò le ricche benedizioni che Israele aveva
ricevuto ed il diritto di Dio di attendersi obbedienza. Gli prospettò il
glorioso piano divino che avrebbero potuto realizzare se fossero stati
fedeli. Sollevando il velo che nasconde il futuro preannunciò però
anche che tutto il popolo avrebbe perduto questi benefici e sarebbe
andato incontro alla rovina se fosse venuto meno al suo dovere.
“V’era un padron di casa”, raccontò Cristo, “il quale piantò una
vigna e le fece attorno una siepe, e vi scavò un luogo da spremer
l’uva, e vi edificò una torre; poi l’allogò a de’ lavoratori, e se n’andò
in viaggio” (
Matteo 21:33
).
Anche il profeta Isaia utilizza in questi termini l’immagine della
vigna: “Io vo’ cantare per il mio benamato il cantico dell’amico
mio circa la sua vigna. Il mio benamato aveva una vigna sopra una
fertile collina. La dissodò, ne tolse via le pietre, vi piantò delle viti
di scelta, vi fabbricò in mezzo una torre, e vi scavò uno strettoio. Ei
s’aspettava ch’essa gli facesse dell’uva” (
Isaia 5:1, 2
).
Il vignaiuolo sceglie un appezzamento di terra in un zona deserta,
lo recinta, lo ripulisce, lo ara e vi pianta delle viti selezionate. Dato
che il terreno ora è molto migliore di quello incolto, si attende che
le sue cure e fatiche siano ricompensate da un abbondante raccolto.
Così anche Dio aveva scelto un popolo che Cristo doveva educare
ed istruire. Il profeta dice: “Or la vigna dell’Eterno degli eserciti è
la casa d’Israele, e gli uomini di Giuda son la piantagione ch’era
la sua delizia” (
Isaia 5:7
). Dio aveva concesso grandi privilegi a
questo popolo e l’aveva benedetto riccamente, perciò si aspettava dei
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frutti: esso doveva rivelare i princìpi del suo regno e rappresentare il
carattere di Dio in mezzo ad un mondo decaduto e perverso.
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