La riabilitazione dell’uomo
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comportato malamente, rimaneva pur sempre suo fratello? Si penti
della sua gelosia e durezza di cuore? Cristo non lo dice: la parabola
era ancora in corso di svolgimento e dipendeva dagli ascoltatori
come sarebbe andata a finire.
Il figlio maggiore rappresenta gli Ebrei impenitenti dei giorni di
Cristo e anche i farisei di tutti i tempi che guardano con disprezzo
quanti considerano pubblicani e peccatori. Non avendo commesso
personalmente gravi eccessi nel vizio sono gonfi di orgoglio. Cristo
affronta questi cavillatori sul loro proprio terreno. Come il figlio
maggiore della parabola, avevano goduto speciali privilegi divini e
pretendevano di essere i figli della casa di Dio, ma dimostravano
piuttosto uno spirito venale. Lavoravano non per amore ma per
la ricompensa, in quanto Dio ai loro occhi era nient’altro che un
padrone duro ed esigente. Si scandalizzavano vedendo Cristo offrire
gratuitamente la sua grazia ai pubblicani e ai peccatori, il medesimo
dono che i rabbini speravano di guadagnarsi con sforzi e penitenze.
Il ritorno del figlio prodigo, che faceva esultare di gioia il cuore del
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padre, scatenava in loro nient’altro che gelosia.
Il colloquio che il padre ha nella parabola col figlio maggiore
rappresenta il tenero appello che il cielo rivolge ai Farisei: “Ogni
cosa mia è tua”, non come retribuzione ma in dono. Allo stesso
modo del figlio prodigo, anche tu puoi ricevere tutto come dono
immeritato del Padre che ti ama.
L’orgoglio non solo induce ad una falsa concezione di Dio, ma
rende duri e critici verso il prossimo. Nella sua gelosia egoistica
il figlio maggiore osservava sospettosamente il fratello, pronto a
criticare ogni suo atto e ad accusarlo alla minima occasione. Metteva
in evidenza ogni suo sbaglio ingigantendo la più lieve mancanza
per giustificare il proprio carattere inclemente ed implacabile. Molti
oggi fanno altrettanto: mentre qualche novizio è alle sue prime
lotte contro le numerose tentazioni che l’assalgono, essi stanno a
guardare, criticare, accusare... Pretendono di essere figli di Dio ma
dimostrano lo spirito di Satana. Assumendo un simile atteggiamento
verso i fratelli questi accusatori si privano da soli della luce divina.
Molti si chiedono continuamente: “Con che verrò io davanti
all’Eterno e m’inchinerò davanti all’Iddio eccelso? Verrò io davanti
a lui con degli olocausti, con de’ vitelli d’un anno? L’Eterno gradirà
egli le migliaia de’ montoni, le miriadi de’ rivi d’olio?”. La risposta